COME FUNZIONA: Caro Visitatore questo sito ha una parte accessibile solo previa iscrizione (FORUM) e accettazione delle regole di uso e una parte informativa accessibile a tutti in cui puoi trovare gli articoli scritti da medici o utenti del nostro forum. NOTA BENE: I COMMENTI AGLI ARTICOLI PUBBLICI SONO VISIBILI A TUTTI.
Se vorrai confrontarti o portare la tua esperienza potrai anche iscriverti al nostro forum, che è riservato e accessibile solo sotto utente e password al fine di osservare le regole di base di privacy dei partecipanti, oppure puoi consultare gli articoli liberamente.

SE TI REGISTRI COME MEMBRO DEL FORUM DI FIBRILLAZIONEATRIALE.IT, POTRAI CONSULTARE ANCHE L'ELENCO DEGLI INDIRIZZI DEI MEDICI CHE GENTILMENTE SI SONO RESI DISPONIBILI A RISPONDERE VIA MAIL.

Gandalf

Gandalf

Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

APICALE (Cardiomiopatia Ipertrofica):

quando l'ipertrofia è maggiormente localizzata all'apice, cioè alla punta, del ventricolo  sinistro.

Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

AORTA

il principale vaso sanguigno che esce dal ventricolo sinistro e porta il sangue dal cuore al resto del corpo. 

Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

ANTICOAGULANTI

una cura che serve a ridurre la possibilità di coagulazione del sangue. Deve essere usata quando c'è il rischio di formazione di un trombo, per es. quando è presente fibrillazione atriale. I farmaci usati richiedono un periodico controllo del sangue.

Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

ANGIOGRAFIA

si effettua con un cateterismo cardiaco. Permette di visualizzare le cavità cardiache, mediante l'iniezione di un liquido speciale. 

Martedì, 11 Novembre 2014 00:00

ANGINA

dolore al torace che di solito si manifesta sotto sforzo e si riduce o scompare con il riposo. Deriva da una insufficiente quantità di ossigeno fornita al muscolo cardiaco.. 

Nel video un intervento di ablazione chirurgica denominato MAZE III

http://youtu.be/gy9y229iSOE

L’intervento chirurgico consiste nel creare una serie di incisioni nella parete atriale e poi risuturarle. Queste linee di sutura, cicatrizzandosi, creano un isolamento elettrico che impedisce il formarsi dei circuiti di riverbero, e costringono l’impulso a seguire un percorso obbligato dall’alto verso il basso. Gli echi elettrici spurii vengono inviati verso percorsi ciechi, dove si esauriscono. Il risultato e’ la creazione di un labirinto (dall’inglese maze = labirinto) che ripristina il ritmo normale del battito cardiaco.

La procedura chirurgica consiste nella creazione di un labirinto, con un solo circuito che conduce dal nodo senoatriale (in alto a sinistra) al nodo atrioventricolare ed ai ventricoli (in basso a destra); Le frecce sottili indicano i percorsi ciechi che intrappolano gli impulsi spurii ed impediscono la formazione dei circuiti riverberanti. La distribuzione delle incisioni sulla superficie del cuore e’ complessa. Questo disegno ne mostra alcune sulla superficie posteriore del cuore, mentre altre sono all’interno.

Il trattamento chirurgico non e’ necessario in tutti i pazienti con fibrillazione atriale. Molti convivono tranquillamente con questa aritmia, e i loro sintomi sono ben controllati da una terapia adeguata. In altri casi, il cardiologo puo’ riuscire con speciali cateteri a “bruciare” delle zone all’interno del cuore e ricreare almeno in parte le incisioni per bloccare gli impulsi irregolari. Vi possono pero’ essere pazienti che sono molto disturbati da questa aritmia e che per un qualche motivo non riescono a sopportare le terapie necessarie, oppure che comunque devono essere operati per una sostituzione valvolare. In questi pazienti la “Maze Procedure” puo’ essere indicata. Inoltre, quando un paziente ha un incidente cerebrovascolare secondario ad un coagulo che si e’ staccato dall’interno del cuore, corre un rischio maggiore di avere un secondo incidente cerebrovascolare (TIA o ictus). Anche in questi pazienti puo’ essere indicato l’intervento chirurgico.
Alcuni pazienti possono necessitare dell’impianto di un pacemaker nel periodo postoperatorio, questo e’ dovuto al fatto che in alcuni casi di fibrillazione atriale cronica il nodo senoatriale (cioe’ il pacemaker naturale) cessa di funzionare.

La Maze Procedure è stata applicata per la prima volta nel 1987, su pazienti affetti da fibrillazione atriale isolata, e i primi risultati dopo 3 mesi di follow up dall’intervento nei 65 pazienti trattati sono stati eccellenti: in 64 su 65 pazienti (98%) è stato ripristinato il sincronismo atrio-ventricolare. In 58 pazienti (89%) la procedura è risultata curativa senza somministrazione di farmaci antiaritmici.
Ad oggi la ‘Maze Procedure’ risulta molto efficace nel ripristinare il normale ritmo sinusale con una percentuale di successo variabile da Centro a Centro tra l’80 ed il 100%.
Si può praticare per accesso “convenzionale”, attraverso sternotomica mediana, soprattutto in caso di altre procedure cardiache associate e comunque in pazienti con anatomia toracica sfavorevole (per es. obesità); in tutti gli altri casi, compatibilmente con una valutazione clinica complessiva e con l’esperienza specifica del Centro, é possibile effettuare la ‘Maze’ per via miniinvasiva, in minitoracotomia destra.


Giovedì, 06 Novembre 2014 00:00

La classificazione per la fibrillazione atriale

In passato si tendeva a distinguere tra fibrillazione atriale parossistica (PAF) e fibrillazione atriale cronica (CAF).

Secondo le più recenti linee guida dell’American College of Cardiology/American Heart Association/European Society of Cardiology (ACC/AHA/ESC) è necessario distinguere innanzitutto un primo episodio isolato di fibrillazione atriale, indicare se la regressione è stata spontanea o indotta, stabilire se il paziente è sintomatico o meno, tenendo presente che può esserci incertezza nel definire la durata dell’episodio stesso e l’eventuale presenza di episodi misconosciuti in passato.

Quando nello stesso paziente si siano accertati 2 o più episodi, la fibrillazione atriale viene considerata ricorrente. In questi casi, qualora via sia il ripristino spontaneo del ritmo sinusale e gli episodi siano di durata inferiore o uguale a 7 giorni, la fibrillazione atriale ricorrente viene designata come parossistica; nel caso in cui gli episodi abbiano durata superiore a 7 giorni e/o il ripristino del ritmo sinusale abbia richiesto un trattamento di cardioversione farmacologica o elettrica, la fibrillazione atriale ricorrente viene designata come persistente. Nei casi in cui la cardioversione elettrica non sia stata tentata o sia stata inefficace e il paziente permanga in fibrillazione atriale, si parla di fibrillazione atriale permanente.

Questa classificazione prende in considerazione tutti gli episodi di fibrillazione atriale di durata superiore a 30 secondi e nei quali non sia riconoscibile una causa reversibile. I casi secondari a condizioni precipitanti quali infarto miocardio acuto,  chirurgia cardiaca, miocardite, ipertiroidismo e malattia polmonare acuta vengono considerati separatamente: in questi pazienti il trattamento della patologia di base associato al trattamento dell’episodio di fibrillazione atriale di solito determina la risoluzione dell’aritmia.

Giovedì, 06 Novembre 2014 00:00

La sintomatologia della Fibrillazione Atriale.

I sintomi variano con la frequenza ventricolare, con il sottostante stato funzionale, con la durata della fibrillazione atriale e con la percezione individuale del paziente.

Il disturbo del ritmo può avere come prima manifestazione una complicanza embolica o l’esacerbazione di un’insufficienza cardiaca sottostante.
I sintomi principali che il paziente avverte sono palpitazioni, dolore toracico, dispnea, affaticamento. L’aumentato rilascio di peptide natriuretico atriale può essere associato a poliuria.

La fibrillazione atriale può portare a cardiomiopatia tachicardia-indotta, specialmente in pazienti che non si accorgono di essere affetti da aritmia.
La sincope è un evento raro ma grave, che di solito indica una eccessiva diminuzione della risposta ventricolare, l’associazione di stenosi valvolare aortica o di una cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva, un accidente cerebrovascolare o la presenza di una via di conduzione atrio-ventricolare anomala.

Sebbene certamente l’ictus cerebri costituisca la complicanza più temibile della fibrillazione atriale, anche lo stesso disturbo del ritmo è in grado di diminuire la qualità della vita dei pazienti affetti, sia in termini di impedimento funzionale – valutato secondo la classificazione funzionale della New York Heart Association (NYHA) – sia come fastidiosa irregolarità del ritmo cardiaco associata a palpitazioni.

L’utilizzo di una terapia anticoagulante orale, che costringe il paziente a frequenti esami del sangue per regolare la dose di farmaco da assumere, è un altro fattore che ha importanti implicazioni sulla qualità della vita dei pazienti in fibrillazione atriale. Alcuni studi mostrano che di 97 pazienti solo il 61% ha preferito seguire la terapia anticoagulante proposta piuttosto che non assumere la terapia, dunque una percentuale decisamente inferiore a quella per cui il trattamento è raccomandato secondo le linee guida più recenti.

Fibrillazione Atriale – a cura del dott. Stefano Benussi  - cardiochiurgo


La fibrillazione atriale e’ un’aritmia cardiaca caratterizzata da una completa irregolarità dell’attivazione elettrica degli atri, due delle quattro camere cardiache. In presenza di tale anomalia, le normali contrazioni atriali vengono sostituite da movimenti caotici, completamente inefficaci ai fini della propulsione del sangue. Inoltre il battito cardiaco diviene completamente irregolare.

La fibrillazione atriale e’ la piu’ comune fra le aritmie cardiache, con una prevalenza dello 0.5% nella popolazione adulta.

Il rischio di esserne affetti aumenta con l’eta’: la percentuale dei pazienti affetti sale al 5% oltre i 65 anni. Tale aritmia e’ poi piuttosto comune nei pazienti con altre patologie cardiocircolatorie, come l’ipertensione arteriosa, la malattia coronarica, ma soprattutto le malattie valvolari: fra il 30 e l’80% dei pazienti operati per malattia della valvola mitrale giungono all’intervento in fibrillazione atriale.

 

La fibrillazione atriale puo’ essere cronica, ovvero continua, persistente oppure parossistica, con episodi di durata variabile da pochi secondi ad alcune ore o giorni.

Essa e’ causa di un significativo aumento del rischio di complicazioni cardiovascolari e di una riduzione della sopravvivenza a distanza.

Provoca inoltre una riduzione della tolleranza agli sforzi, causata da un’efficienza subottimale della contrazione del cuore, con sintomi quali palpitazioni, affaticamento e mancanza di fiato. Infine, il ristagno di sangue nelle camere atriali “paralizzate”dall’aritmia, favorisce la formazione di coaguli all’interno del cuore ed il rischio di fenomeni embolici come l’ictus cerebrale. Per questo motivo i pazienti con fibrillazione atriale vengono solitamente trattati con farmaci anticoagulanti.

Per quanto riguarda il trattamento, vi sono due possibili strategie:

1) la cardioversione, o conversione al ritmo cardiaco normale ed

2) il semplice controllo della frequenza cardiaca. Solo la conversione ed il mantenimento di un ritmo normale, anche detto “sinusale”, permettono pero’ di minimizzare i sintomi ed i rischi descritti, oltre a consentire l’interruzione della terapia cronica con farmaci anticoagulanti.

Il mantenimento del ritmo sinusale e’ pero’ molto spesso difficile.

I farmaci antiaritmici deputati a tale scopo sono frequentemente inefficaci e sono spesso causa di effetti collaterali anche piu’ gravi della stessa fibrillazione atriale.

La fibrillazione atriale, e’ una patologia a lungo sottovalutata in passato, della quale si stanno recentemente chiarendo le gravi implicazioni cliniche. Pertanto i moderni sviluppi nel suo trattamento chirurgico e transvenoso sono attualmente motivo di grande interesse per la letteratura scientifica internazionale.

A causa di una generale disinformazione, molti pazienti attualmente non sono a conoscenza della reale importanza del problema, e soprattutto delle moderne possibilita’ terapeutiche.

Recenti sviluppi hanno consentito di trattare la fibrillazione atriale mediante ablazione con radiofrequenza.

Si sono infatti individuate nell’ambito della parete atriale delle zone responsabili dell’inizio e del mantenimento dell’aritmia, in prossimitàdello sbocco negli atri delle grosse vene provenienti dai polmoni. Creando delle bruciature con cateteri a radiofrequenza, tali aree di instabilitàpossono essere neutralizzate.

Con procedure di questo tipo e’ possibile trattare virtualmente ogni paziente affetto da fibrillazione atriale con ottime probabilita’ di successo.

In caso di fibrillazione atriale associata ad una malattia cardiaca di altro tipo si procede ad ablazione dell’aritmia durante l’intervento cardiochirurgico necessario per corregere la cardiopatia di base. In questo modo, oltre ai benefici dell’intervento correttivo a cuore aperto, il paziente potra’ giovarsi anche del recupero del normale ritmo cardiaco e potra’ in molti casi evitare la terapia anticoagulante cronica.

Nel caso in cui invece la fibrillazione atriale sia isolata, non associata ad altre malattie cardiache suscettibili di correzione chirurgica, la procedura piùcomunemente utilizzata équella con ablazioni con radiofrequenza per via transvenosa: il catetere da ablazione con radiofrequenza raggiunge il cuore attraverso il sistema venoso; quindi con una semplice puntura di una vena in regione inguinale si possono eseguire le bruciature sulla superficie interna degli atri.

Esistono anche opzioni chirurgiche per i pazienti con fibrillazione atriale isolata. Esse rientrano sostanzialmente in due categorie:

- ablazione “aperta” con tecnica maze

- ablazione toracoscopica, a torace chiuso

Mercoledì, 29 Ottobre 2014 00:00

Aritmia

Pagina 2 di 2