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Studio Elettrofisiologico
Studio elettrofisiologico endocavitario (SEE)
È un esame che studia il sistema elettrico del cuore, responsabile dell’origine e della conduzione degli impulsi elettrici che permettono al cuore di contrarsi e svolgere la propria funzione.
Quando il sistema elettrico del cuore presenta delle anomalie possono verificarsi aritmie cardiache che possono manifestarsi con un battito troppo accelerato, troppo lento oppure irregolare, causando sintomi quali palpitazioni, difficoltà nel respiro, vertigini, perdita di coscienza.
Questo studio consente la diagnosi precisa del meccanismo e della sede dell’aritmia e rappresenta la base per un corretto trattamento.
Le aritmie cardiache possono essere causate da diversi meccanismi:
-
presenza di una via elettrica anomala;
-
presenza di un circuito elettrico;
-
presenza di un focolaio che scarica impulsi ad alta frequenza o impulsi disorganizzati che fanno contrarre il cuore in maniera rapida e irregolare;
-
cattivo funzionamento delle strutture da cui originano gli impulsi elettrici normali o sinusali, quali il nodo del seno e il nodo atrio-ventricolare.
Le aritmie possono generarsi in diverse sedi del cuore.
PROCEDURA
Si introducono delle sonde (cateteri) attraverso la vena femorale e, se necessario, attraverso la vena succlavia, dopo aver somministrato un anestetico locale.
I cateteri vengono spinti fino al cuore sotto la guida dei raggi x e posizionati nell’atrio destro, nel ventricolo destro, nel setto interatriale e nel seno coronarico per registrare l’attività elettrica del cuore.
In particolare, lo studio permette di valutare la presenza e l’esatta origine di ritmi irregolari e di verificare l’efficacia dei farmaci nel controllare le aritmie.
La durata dell’esame è in media di 30-45 minuti.
Al termine in base ai risultati dello studio si possono verificare diverse condizioni:
- Lo studio elettrofisiologico non evidenzia alcuna aritmia. È possibile che i sintomi non siano dovuti a disturbi del sistema elettrico del cuore.
- L’aritmia può essere eliminata tramite l’ablazione transcatetere mediante radiofrequenza. Qualora necessaria e possibile, sarà la prima opzione proposta. Nel caso in cui dovesse emergere la necessità d’impiantare un pacemaker o un defibrillatore automatico si procederà all’intervento nella stessa o in una successiva seduta.
- L’aritmia non può essere eliminata con gli interventi sopra descritti. In tal caso verrà prescritta una terapia farmacologica.
RISCHI E POSSIBILI COMPLICANZE
L’incidenza delle complicanze, pur essendo molto bassa, dipende dai diversi meccanismi e luoghi d’origine delle aritmie, così come dalla presenza di particolari patologie (cardiopatia, scompenso cardiaco, arteriopatia, coagulopatia, etc.).
Le complicanze che si possono verificare con maggiore frequenza sono:
- Danneggiamento dei vasi attraverso i quali sono introdotti i cateteri (ematoma, tromboflebite, trombosi venosa profonda, fistola artero-venosa, dissezione arteriosa). Queste complicanze sono di solito curabili con terapia medica e riposo a letto e solo raramente richiedono trasfusioni o interventi chirurgici.
- Danneggiamento del polmone (pneumotorace) che si verifica durante la puntura della vena succlavia sinistra e che talvolta richiede l’applicazione di un tubino di drenaggio.
Le complicanze cardiache si verificano molto raramente e sono:
- versamento pericardico che generalmente si risolve in breve tempo e con terapia medica; un versamento di notevole entità causato da una perforazione delle pareti cardiache può causare conseguenze più gravi (tamponamento cardiaco, morte) e può richiedere un intervento chirurgico;
- bradicardia dovuta a danneggiamento del nodo del seno o del nodo atrio-ventricolare (blocco atrio-ventricolare); se persistente e di grave entità necessita di un impianto di pacemaker definitivo;
- aritmie ventricolari maligne che richiedono cardioversione elettrica e in casi molto gravi possono causare arresto cardiocircolatorio;
- embolie periferiche dovute alla mobilizzazione di piccoli trombi che possono causare disturbi della circolazione a vari livelli (arti inferiori, rene, cervello).
(fonte: Ospedale San Raffaele)
Forame Ovale Pervio (FOP)
Il Forame Ovale Pervio è un’apertura di forma ovale ricoperto di membrana che permette il passaggio di sangue tra l’Atrio destro e l’Atrio sinistro nell’epoca fetale.
Dopo la nascita detta membrana aderisce al setto atriale e chiudendosi ne impedisce il passaggio.
Ad un quarto della popolazione italiana (circa 15 milioni) questo non avviene e rimane questa apertura anche in età adulta.
Tuttavia solo un 20% di queste persone con PFO potrà (a seguito di un colpo di tosse, una manovra di Valsalva o durante conati di vomito) avere un transito anomalo non di solo sangue da destra a sinistra, ma anche di trombi che possono ostacolare il regolare passaggio di sangue e causare ischemie o ictus.
Alcuni anni fa pure al calciatore Cassano è stato riscontrato a seguito di un’ischemia cerebrale (per fortuna senza conseguenze permanenti) questo problema, è stato sottoposto alla chiusura del Forame ed ha potuto riprendere l’attività agonistica senza problemi.
Una volta diagnosticato il Forame Ovale Pervio (FOP) è consigliabile la chiusura per scongiurare eventuali futuri ictus.
L’intervento è semplice, di solito dura pochi minuti, viene praticato a cuore battente introducendo dalla vena dell’inguine e senza lesioni, un piccolo tappo chiamato ombrellino e dopo pochi giorni (una decina) si possono riprendere le normali attività.
L’Importanza del Soccorritore Laico in caso di Arresto Cardiaco
L’Importanza del Soccorritore Laico in caso di Arresto Cardiaco
Partendo dalla normativa attualmente in vigore, si evince che già 13 anni fa sono state emanate le line guida sull’importanza del Soccorritore Laico all’utilizzo del Defibrillatore, in caso di ACC (arresto cardio circolatori), essa recita:
LEGGE SULL'USO DEL DEFIBRILLATORE DA PARTE DI PERSONALE LAICO
(non sanitario)
Legge n. 120 del 03 Aprile 2001, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n° 88 del 14 aprile 2001
L’uso dei Defibrillatori Semiautomatici Esterni (DAE) da parte di personale non sanitario in ambiente extraospedaliero
Art. 1
1. E’ consentito l’uso del Defibrillatore Semiautomatico in sede extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare.
Successivamente, il Decreto Legge n° 273 del 30 dicembre 2005 stabilisce:
All’art. 1 della Legge 3 aprile 2001, n° 120, è aggiunto, il seguente comma:
“ 2-bis. La formazione dei soggetti di cui al comma 1 può essere svolto anche dalle organizzazioni medico-scientifiche senza scopo di lucro nonché dagli enti operanti nel settore dell’emergenza sanitaria che abbiano un rilievo nazionale e che dispongano di una rete di formazione.”
Il Laico
Affrontiamo l’importanza del soccorritore Laico in caso di arresto cardiaco, partendo dall’etimologia della termine “Primo Soccorso”, esso indica la Prima cosa da fare nel prestare Soccorso, pertanto la Prima persona più vicina alla vittima deve prestare ed allertare i Soccorsi. I dati parlano che circa il 90% degli Arresti Cardiaci avvengono in ambito extraospedaliero, nei luoghi più comuni e disparati ed alla presenza di persone, pochi sono i casi di arresto cardiaco in luoghi solitari. Fondamentale ed importante è la Formazione e Informazione alla cultura del primo soccorso in A.C. (arresto cardiaco), a persone non sanitarie quale il Laico.
E’ una persona che deve sapere riconoscere l’arresto cardiaco, affrontare l’emergenza ed essere di Supporto alle funzioni Vitali di Base, ecco che nasce la figura della persona Formata e Certificata al BLS-D (Basic Life Support – Defibrillator). L’apprendimento delle procedure e del protocollo BLS-D è alla portata di tutti, anche da parte dei diversamente abili, quali i sordo/muti, non vedenti e/o ipovedenti. ( Roma - Campidoglio 16/04/2014)
Cos’è L’arresto cardiaco? - Perché il cuore cessa di battere ?
Per arresto cardiaco si intende l’assenza di battito quindi una criticità della funzionalità cardiaca, nonché l’assenza di coscienza e dell’atto respiratorio. Il mancato afflusso di sangue ai tessuti, genera un stato anossico estremamente dannoso, ancora di più se prolungato nel tempo, ed uno dei primi organi a soffrire di un tale deficit è l’encefalo, riportando gravi ed irreversibili danni all’apparato cerebrale. La causa primaria dell’arresto cardiaco è dovuto principalmente a malfunzionamenti cardiaci di origine elettrica, mentre meno frequenti sono quelli di origine meccanica; in entrambi i casi, è necessario intervenire con prontezza sul paziente, così da evitare danni irreversibili. Tra le azioni maggiormente risolutive in caso di arresto cardiaco con problematiche nell’impulso elettrico, si annovera l’utilizzo del defibrillatore, questo fondamentale dispositivo sanitario salva-vita, permette di erogare al paziente una scarica di corrente elettrica scongiurando la morte, dall’Arresto Cardiaco, (AC) o dalla Fibrillazione Ventricolare, (FV).
Quest’ultima patologia consiste in un battito scostante ed irregolare con contrazioni non coordinate causate da un’aritmia cardiaca a carico dei ventricoli, in particolare modo del ventricolo sinistro. L’arresto cardiaco improvviso è una delle principali cause di morte nei paesi industrializzati.
Quindi sintetizzando, Un intervento veloce può Salvare delle Vite.
L'ARRESTO CARDIACO. Si verifica in caso di malfunzionamento del cuore, che inaspettatamente smette di battere. L'arresto cardiaco è causato da un problema elettrico del cuore che provoca un battito cardiaco irregolare (aritmia). L'interruzione dell'azione di pompa del cuore impedisce il flusso di sangue al cervello, ai polmoni e agli altri organi.
CHE COSA ACCADE. Dopo alcuni secondi, la persona diventa incosciente, smette di respirare o presenta solo gasping (respiro agonico). La morte avviene in pochi minuti se la vittima non riceve nessun trattamento.
CHE COSA FARE. L'arresto cardiaco in alcuni casi può essere reversibile, se trattato entro pochi minuti. Innanzitutto, chiamare il 118 e iniziare subito la RCP ed utilizzare, qualora disponibile, un defibrillatore (AED /DAE).
L'ARRESTO CARDIACO è una delle PRINCIPALI CAUSE DI MORTE.
Ogni anno migliaia di persone, sono vittime dell’Arresto Cardiaco, e nella maggior parte dei casi avviene in posti con presenza di persone.
La morte cardiaca improvvisa, causata da fibrillazione ventricolare non è riscontrabile da nessuna indagine precognitiva, per questo abbiamo un’alta incidenza di persone giovani, sane e senza nessun sintomo precognitore, essa è una attività elettrica inefficace, l’unica cosa che può contrastare tale situazione è una buona RCP (rianimazione cardio-polmonare) nonché l’utilizzo del DAE (defibrillatore automatico esterno). Il DAE interviene erogando una scarica elettrica tale da contrastare l’attività elettrica cardiaca disorganizzata. Importante è la tempestività dell’intervento al Primo Soccorso in A.C. dalla persona più vicina alla vittima.
I dati ci parlano che in Italia sono circa 73.000 le persone che perdono la vita per l’arresto cardiaco, di questi il 30% possono salvarsi, in particolare modo coloro colpiti da fibrillazione ventricolare.
Tutto questo può avvenire solo se cambia la cultura al primo soccorso.
La morte cardiaca improvvisa, rappresenta oltre il 20% di tutti i decessi per malattie cardio vascolari
Responsabilità Legale
Ci riportiamo all’Art.54 del Codice Penale: Stato di Necessità “Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri …………. . Questa disposizione non si applica a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo………………… .”
Art. 593 del Codice Penale: “Ogni cittadino è tenuto a prestare soccorso alla persona infortunata. Omissione di soccorso (art 593 C.P.) Il reato è consumato da chiunque”...trovando abbandonato ... persona incapace di provvedere a sé stessa omette di darne avviso all’Autorità. Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l’assistenza occorrente o di darne immediato avviso alle Autorità.
Chiarito che non c’è alcuna responsabilità in ambito legale sul risultato o su eventuali postumi riportati a seguito dell’intervento di soccorso, ma come citato dall’art 593 c.p., invece si può essere imputati per non aver prestato soccorso.
Pertanto nel caso dell’arresto cardiaco, è necessario assicurare l’assistenza occorrente da parte di persona formata e/o informata con il massaggio cardiaco RCP nonché, qualora disponibile, l’utilizzo del defibrillatore DAE. Per il soccorritore laico l’unica manovra a cui si puo’ eventualmente sottrarre è la ventilazione. Tuttavia l’utilizzo del defibrillatore è obbligatorio e una volta acceso l’apparecchio riconosce automaticamente se la persona ha necessità o meno dell’erogazione della scarica, cioè di essere defibrillato. Inoltre per evitare errori o dimenticanze una voce registrata ci guida passo passo sul cosa fare, e in caso di riconoscimento di una aritmia defibrillabile ci invita a premere il tasto lampeggiante con cui eroga la corrente elettrica. Nessuna scarica elettrica può essere emessa volontariamente premendo il tasto “Scarica” del DAE se l’apparecchio non ha prima eseguito l’analisi di riconoscimento del ritmo e non ha caricato i condensatori. Quindi se la luce del tasto di scarica non lampeggia anche premendo non si eroga nessuna scarica. E’ necessario sottolineare che l’unica responsabilità di cui risponde il soccorritore Laico è il mantenimento corretto della Sicurezza ed il buon uso del DAE. Cioè il soccorritore deve evitare di erogare anche se involontariamente la corrente ad una terza persona che si trova a diretto contatto con la vittima. In quanto la persona investita impropriamente dalla corrente elettrica potrebbe a sua volta andare in arresto cardiaco a causa di una fibrillazione indotta dal DAE.
Tempistica nel prestare soccorso
La tempistica è fondamentale: dopo 10 secondi avviene la perdita di coscienza e di respiro, ogni minuto che passa la sopravvivenza si abbassa dal 7% al 10 % , dopo cinque minuti iniziano i danni per anossia che possono consistere in lesioni cerebrali permanenti, dopo sette minuti i danni sono importanti o irreversibili e la possibilità di sopravvivenza si abbassa al 75% , dopo dieci minuti senza soccorso si conclama la morte .
IMPENSABILE CHE I SOCCORSI POSSANO ARRIVARE IN 10 MIN. FONDAMENTALE E’ L’IMPORTANZA DEL LAICO NEL CERCARE DI MANTENERE, ANCHE SE AL MINIMO I PARAMETRI VITALI, TALI CHE I SOCCORSI POSSANO INTERVENIRE. QUESTO PUO ESSERE POSSIBILE SOLO EFFETTUANDO UN BUON MASSAGGIO CARDIACO (RCP) MEGLIO ANCORA CON LA PRESENZA E L’UTILIZZO DI UN DAE (DEFIBRILLATORE) .
Abbiamo testimonianze di persone che anche dopo più di un’ora in A.C. , ma con un constante massaggio cardiaco associato ad una efficace ventilazione (RCP) sono riusciti a sopravvivere, indipendentemente dalla qualità della vita. I danni causati da una anossia prolungata rivestono grande importanza, quali l’autonomia e la vita di relazione. Solo dopo lunghi periodi di riabilitazione, in centri di Alta Specialità, si può cercare migliorare il danno causato al cervello.
In alcuni casi la persona colpita da arresto cardiaco improvviso, secondaria a fibrillazione ventricolare, nel trattamento ospedaliero viene messa in sicurezza cardiaca. Impiantando un Defibrillatore, denominato ICD della grandezza di un scatola di cerini.
Attualmente la ricerca ha portato a ridurre ulteriormente le dimensioni di essi, e ha reso disponibile anche modelli di ICD impiantabile sottocute e senza la necessità di elettrocateteri nel cuore.
Ritornando all’importanza del Laico, alla cultura e formazione al primo soccorso in arresto cardiaco, prendiamo come riferimento Paesi dove tale insegnamento inizia dalle scuole medie inferiori, pertanto i dati statistici di questi paesi (Norvegia-Danimarca-Svezia) ci riportano una situazione più che soddisfacente, infatti l’incidenza della morte o i danni per arresto cardiaco non raggiungono il 20%, quindi un’ ulteriore valore aggiunto alla qualità e all’assistenza della vita, con enorme risparmio anche sulla spesa sanitaria. Sicuramente in questi paesi, le persone si sentono più protette e sicure, anzi ognuna di essa è deputata a conservare, assistere e preservare la vita sia di se stessa che di altri, alla cultura del dare e ricevere il primo soccorso. La diffusione del BLS-D deve entrare tra gli insegnamenti obbligatori. Impensabile che ancora oggi nelle scuole, nelle palestre, nei campi di gioco, nei centri commerciali, nei cinema, nei palazzetti dello sport dove si svolgono anche eventi e manifestazioni non espressamente sportive, si possa ancora oggi morire per arresto cardiaco.
Molte sono le associazioni impegnate alla diffusione alla cultura del primo soccorso in arresto cardiaco sia con lezioni informative gratuite, che con corsi certificativi BLSD.
Prof. Gaetano Della Corte
DEDICATO A TUTTE LE VITTIME PER ARRESTO CARDIACO IMPROVVISO VITTIME del “NON SAPERE”
La Crioablazione della Fibrillazione Atriale
LA CRIOABLAZIONE DELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE
La tecnica di CRYIOABLAZIONE, applicata alle VENE POLMONARI, utilizzata da alcuni anni per la cura della fibrillazione atriale, viene largamente usata in chirurgia anche per la cura dei tumori al fegato, alla prostata e alla mammella oltre che per la cura di alcune aritmie cardiache quali: FAPI, TRN,WPW,FAT (1).
Le percentuali di guarigioni per la FAPI sono tra il 60-70%, mentre per le altre aritmie tra 80-90%.
La cosiddetta procedura ablativa CRYOBALLOON (congelamento con palloncino) per la FAPI si pone l’obbiettivo di isolare le 4 vene polmonari che possono essere la causa d’innesco dei trigger e del mantenimento stesso della FA. La procedura viene eseguita in anestesia locale o totale; i cateteri vengono inseriti (introdotti) per via percutanea attraverso la/e vena/e femorale/i, fino ad arrivare al cuore ed alla perforazione della parete transettale che divide l’’atrio destro dal quello sinistro. La necrosi , cioè la morte delle cellule del tessuto aritmogeno, avviene tramite l’impiego del protossido di azoto raffreddato , la temperatura può raggiungere i meno 40/50 gradi.
La procedura di Cryoablazione può essere utilizzata soprattutto in pazienti pediatrici/ giovani con sindrome WPW, FAT, TRN,TAE. Le ultime succitate forme di aritmie, verranno argomentate singolarmente nei prossimi articoli,insieme alle informazioni tecniche riguardo alla tecnica del Device e dei Cateteri .
Conclusioni: Nei pazienti con FAP isolata che hanno fallito la cura farmacologica, cioè si sono dimostrati resistenti ai farmaci antiaritmici, o che hanno sperimentato una scarsa efficacia curativa e dopo svariate recidive mensili/annuali di FA, la CRYOBALLOOON può isolare le vene polmonari tra 60/70% dei casi , anche nei pazienti trattati con una singola procedura ablativa. Tuttavia come in altri trattamenti ablativi ci possono essere alcune complicazioni quali ad esempio: stenosi delle vene polmonari o lesioni del nervo frenico.
A mio modesto parere, comunque, è necessario tener conto che, nella cura della FA, la terapia con i farmaci antiaritmici deve essere considerata solo un approccio iniziale e provvisorio della cura.
A tale proposito non bisogna dimenticare che i farmaci antiaritmici hanno un’efficacia molto modesta e non possono mai risolvere in modo duraturo e definitivo il problema della FA (vedi quanto pubblicato nelle linee guida AIAC - aggiornamento 2013 - marzo 2013 - pag.219)
(1)
WPW – Wolf Parkinson Withe
FAT- Flutter Atriale Tipico
TRN- Tachicardia Rientro Nodale
TAE- Tachicardia Atriale Ectopica
FAPI- Fibrillazione Atriale parossistica Isolata
Toni 2012
GRAVIDANZA E FIBRILLAZIONE ATRIALE
5.7 Pazienti in gravidanza
Nelle donne senza pregressi episodi di FA e senza preesistente cardiopatia, la FA rappresenta un’evenienza rara in corso di gravidanza,
mentre il 52% delle pazienti con precedente diagnosi di FA va incontro a nuovi episodi aritmici, con conseguente
aumento delle complicanze fetali. Nella maggior parte delle pazienti che non presentano patologie congenite o valvolari la FA
in corso di gravidanza è ben tollerata.
Farmaci per il controllo della frequenza
I betabloccanti attraversano la barriera placentare e sono associati a numerosi effetti avversi potendo causare un ritardo della
crescita intrauterina, depressione respiratoria neonatale, bradicardia e ipoglicemia, specie quando somministrati nella prima
fase della gravidanza (12-24 settimane). Nelle donne con gravidanza complicata da ipertensione trattate con propranololo
non sono state osservate anomalie congenite184 ma è stato riportato un ritardo della crescita. La somministrazione di atenololo
entro il primo trimestre, ma non successivamente, è risultata associata ad un ritardo di crescita fetale. Una metanalisi
condotta sulle pazienti affette da ipertensione, che ha valutato i rischi correlati alla terapia con antagonisti dei beta-recettori
in gravidanza, ha evidenziato un aumento borderline dei neonati “piccoli per età gestazionale”. La digossina attraversa
facilmente la placenta, mentre l’intossicazione da digitale nella madre è risultata associata a mortalità fetale. I dati disponibili
relativi al verapamil e al diltiazem sono limitati, ma la somministrazione per via orale ai fini del controllo della frequenza
è in genere sicura.
Farmaci per la conversione della fibrillazione atriale
La flecainide è stata utilizzata con successo per la conversione a ritmo sinusale di aritmie fetali senza comportare l’insorgenza
di effetti negativi, mentre l’uso dell’amiodarone in gravidanza è risultato associato ad effetti fetali negativi e deve pertanto
essere somministrato unicamente in situazioni d’urgenza. Tutti i farmaci devono essere possibilmente evitati nel periodo in
cui avviene l’organogenesi nel primo trimestre di gravidanza.
Cardioversione elettrica
Alcuni casi clinici hanno documentato l’efficacia della CVE della FA materna, senza riportare conseguenze nocive per il feto.
Le modalità di erogazione dell’energia sono simili a quelle previste per le pazienti non in gravidanza.
Terapia anticoagulante
Gli AVK possono avere effetti teratogeni e in molti casi devono essere sostituiti con l’ENF o le EBPM nel corso del primo trimestre185.
In una rassegna sistematica sono state osservate malformazioni fetali associate all’uso del warfarin nel 6.4%dei casi quando il farmaco
veniva somministrato per tutta la durata della gravidanza, mentre non è stato riportato alcun evento
quando il trattamento veniva sostituito con la somministrazione di eparina tra la sesta e la dodicesima settimana. Il warfarin
è in grado di attraversare facilmente la barriera placentare, risultando in sovradosaggio nel feto anche quando la madre presenti
valori di INR nel range terapeutico. Tenuto conto che le EBPM non attraversano la placenta,
questi farmaci sono stati ampiamente utilizzati per il trattamento e la profilassi del tromboembolismo venoso in gravidanza
senza riscontrare effetti avversi per il feto. Nel terzo trimestre è consigliabile effettuare ripetuti controlli di laboratorio
(es. ogni 10-14 giorni) per verificare che l’intensità dell’anticoagulazione sia adeguata e per apportare eventuali aggiustamenti
posologici, giacché in alcune donne possono essere necessarie elevate dosi sia di AVK che di eparina per mantenere
un adeguato livello di anticoagulazione.
Le donne affette da FA o portatrici di protesi valvolari meccaniche che decidono di interrompere il trattamento con AVK
tra la sesta e la dodicesima settimana di gestazione devono ricevere infusione continua e.v. di ENF, ENF a dosi aggiustate o
EBPM a dosi aggiustate per via sottocutanea e possono riprendere l’assunzione di AVK nel secondo trimestre con solo un lieve
aumento del rischio teratogeno.
TRATTO DALLE Linee guida per il trattamento della fibrillazione atriale
Task Force per il Trattamento della Fibrillazione Atriale
della Società Europea di Cardiologia (ESC) - 2011
COME NASCE UN BATTITO CARDIACO
Dobbiamo immaginare la cellula cardiaca come qualsiasi altra cellula del nostro corpo. La vita non potrebbe aver inizio se ognuna di queste cellule non fosse dotata esternamente di una membrana semi permeabile in grado cioè di far penetrare nel suo interno alcune sostanze e altre no.
Feste_Alcol e fibrillazione atriale
Soprattutto durante la stagione delle vacanze, o durante i matrimoni, laurea o altre occasioni di festa, non è raro che sani giovani sviluppano episodi di fibrillazione atriale - una condizione nota come cuore festa.
Nella maggior parte delle persone che hanno la fibrillazione atriale, l'aritmia è causata da malattie cardiache sottostanti o da invecchiamento. Spesso non c'è motivo identificabile per fibrillazione atriale. Ma in vacanza cuore, la causa è una sensibilità insolita al consumo di alcol.
Mentre l'ingestione di alcol cronica è associata ad un aumentato rischio di fibrillazione atriale, al contrario, la fibrillazione atriale può essere prodotta da un unico grande "dose" di alcol .
Questo fenomeno - fibrillazione atriale dopo un episodio di grande dose di alcol è evidente - è la forma più comune di vacanza Cuore, e i medici sono generalmente ben consapevoli di questa condizione.
COX-MAZE IV
queste sono le Conclusioni tratte dall'allegato che parla della Cox-Maze IV . (Annals of Cardiothoracic Surgery)
I progressi nella tecnologia toracoscopica e lo sviluppo di strumenti chirurgici minimamente invasivi consentono tale procedura da eseguire attraverso un approccio mini-invasivo. Dati non pubblicati del nostro istituto ha dimostrato questo approccio è diminuito unità di terapia intensiva (ICU) soggiorno di un giorno e di ricovero di due giorni rispetto ai pazienti in trattamento con un CMIV ± un'operazione mitrale attraverso un approccio sternotomia (P <0,001). L'approccio mini-invasivo riduce anche il numero di complicanze maggiori del 50%, consentendo un migliore utilizzo delle risorse ospedaliere. Ciò è stato possibile solo con un aumento marginale aortica tempo morsetto a croce (82 ± 33 vs 69 ± 33 minuti, P <0,001) e una tendenza verso una diminuzione della mortalità perioperatoria. Quindi, eseguire la procedura CMIV tramite un diritto mini-invasiva thoracometry approccio è un'opzione interessante per il trattamento chirurgico della fibrillazione atriale.
Chiusura dell'Auricola sinistra
L’auricola sinistra è un “sacchettino” posto in comunicazione con l’atrio sinistro con una morfologia diversa in ognuno di noi.
Da studi effettuati è stato calcolato al 90% il rischio tromboembolico in pazienti affetti da fibrillazione atriale non protetti adeguatamente da terapia anticoagulante .
Pare infatti che proprio all’interno dell’auricola (con il ristagno del sangue durante la FA) si formano e risiedono i coaguli che possono sfociare in attacchi ischemici.
Da qui la necessità di chiuderla per ridurre drasticamente tale rischio.
E’ possibile effettuare detta occlusione in concomitanza di Ablazione Chirurgica Mini Invasiva detta anche Wolff Mini Maze o con intervento di Maze a cuore fermo con circolazione extracorporea in sternotomia o toracotomia dx.
Recentemente è stata sviluppata una tecnica di chiusura dell’auricola con l’inserimento di un “ombrellino” attraverso le vene femorali. Un apparecchietto bio-medicale chiamato dispositivo WATCKMAN che impedisce la fuoriuscita dei trombi che si possono formare all’interno dell’auricola.
Questo procedimento può trovare indicazione in pazienti non idonei o che mal sopportano la terapia anticoagulante (Warfarin o simili).
ABLAZIONE TORACOSCOPICA
L'ablazione chirurgica mini invasiva non è altro che la WOLF MINI MAZE che viene praticata a cuore battente per sconfiggere la fibrillazione atriale.
In pratica, con l'utilizzo di pinze bipolari che emettono corrente a radiofrequenza vengono bruciate alcune vene atrio-polmone direttamente sul cuore.
Le vene vengono bruciate nella loro interezza e non in modo puntiforme come invece avviene con l'ablazione classica transcatetere, in questo modo è pressochè impossibile che si possano ricreare punti di contatto con conseguente conduzione di attività elettrica e nuovi inneschi della fibrillazione atriale.
Con questo tipo di intervento viene inoltre praticata la chiusura dell'AURICOLA SINISTRA e in questo modo si riduce tantissimo la formazione di coaguli che potrebbero dare origine all'insorgenza di fenomeni tromboembolici (ictus).
Sospendere e cambiare terapia prima di un intervento
Riporto perché ritengo sia di interesse comune un argomentazione toccata all’interno del forum inerente l’assunzione prolungata di farmaci e l’intenzione del medico di sospenderla. Per privacy non riporto i nomi della persone coinvolte ma ho già letto preoccupazioni simili in altri post e penso che a molti di noi possa interessare.
In molti casi i disturbi di aritmie si riescono a tenere sotto controllo con cure farmacologiche anche per lungo tempo, ad un certo punto il cardiologo e/o l’aritmologo suggeriscono una graduale diminuzione del farmaco per verificare se sia effettivamente necessario procedere con interventi di ablazione per rendere definitiva la guarigione.
Nei post quello che leggo spesso è l’ansia di sospendere “quell’amico” farmaco che fino ad oggi ci ha fatto sentire meglio e come non capirlo. Allora uno dei dilemmi che si ponevano nel post che leggevo nel forum era: sospendo la terapia e poi vedo se serve un intervento chirurgico o faccio l’’intervento e poi sospendo il farmaco.?
Sottolinea che le situazioni e le scelte cambiano da caso a caso ma riporto un estratto di quanto ha risposto il dott Benussi e che mi sembra molto razionale e facile da comprendere anche dai più impreparati come me:
“..spesso l'unico modo per verificare la reale necessità di un farmaco antiaritmico é sospenderlo e vedere "cosa c'è sotto". Troppo spesso, purtroppo succede il contrario ed il Paziente si ritrova in trattamento cronico con farmaci ad elevato rischio di effetti collaterali.
L'esempio classico é quello di chi lascia i pazienti cronicamente in terapia DOPO la procedura ablativa, a volte per motivi psicologici, a volte per sfiducia nell'efficacia della procedura eseguita (...). In certi casi la terapia é appesantita o potenziata proprio in concomitanza della procedura ablativa: in tali casi É IMPOSSIBILE SANCIRE L'EFFICACIA DELL'ABLAZIONE fino a che il trattamento farmacologico con antiaritmici non sia stato sospeso del tutto (così stabiliscono le linee guida), o quantomeno non sia uguale o più leggero rispetto allo stato pre ablazione.”
Questo penso possa dare più serenità nel considerare la situazione a chi si vede proporre una scelta che porta a riaprire stati d’ansia dovuti a cambiamenti verso situazioni “ignote”, magari che prevendono anche una possibile ricomparsa di quei sintomi che per anni quel farmaco a tenuto lontano.
Nessun consiglio che leggiate deve essere preso come legge ma va’ valutato con lo staff medico che vi segue e vi ricordo che on line trovate tanti professionisti preparati e pronti a dare risposte scritte ai vostri dubbi, anche solo mandando una semplice email. Se siamo ben informati siamo anche più bravi a far comprendere ai medici come “siamo fatti” e loro ci suggeriranno il meglio per la nostra situazione.
LA SINDROME DI WOLFF - PARKINSON - WHITE
La sindrome di Wolff – Parkinson – White
E’ una forma particolare di tachicardia sopraventricolare dove, oltre al normale circuito di conduzione, viene coinvolto anche un fascio di conduzione accessorio (come se ci fosse un filo elettrico in più) che è presente fin dalla nascita.
Proprio per questo si riscontra in persone tachicardiche sin dall’infanzia o addirittura neonate perché questo fascio è presente fin dalla nascita.
A differenza della classica tachicardia da doppia via nodale, questa sindrome può essere riconosciuta e accertata anche con un semplice ECG perché si vedono chiaramente segni elettrocardiografici specifici.
Questo cosiddetto “filo elettrico” in alcuni casi puo’ condurre impulsi elettrici ad alta velocità e causare in una percentuale dello 0,4% un rischio mortale.
Proprio per questo motivo riscontrando con un ECG la sindrome WPW è buona cosa eseguire uno studio elettrofisiologico per avere informazioni precise sulla capacità di conduzione di questo fascio accessorio.
Con l’ablazione si hanno alte percentuali di successo per la cura definitiva di tale tipo di aritmia.
Wolf Mini Maze
La procedura Wolf mini maze
Fino a qualche anno fa, al paziente affetto da FAP isolata, che dopo una cura farmacologica non riuscita o con numerose recidive annuali di FA, si prospettavano due possibili soluzioni: cronicizzare la FA o ricorrere ad una ablazione trans catetere.
E’ noto che l’ablazione TC ha un’ efficacia nel breve-medio termine ed assicura un risultato positivo solo nel 50/60% dei casi; molte volte il paziente deve essere sottoposto ad una seconda procedura ablativa.
Negli ultimi anni a queste soluzioni è venuta ad affiancarsi l’intervento di chirurgia mini invasiva. I risultati finora raggiunti con quest’ultima tecnica, hanno dimostrato che essa non può essere considerata come una soluzione di “terza fascia” ma deve essere vista come una validissima alternativa alla classica ablazione TC.
La procedura chirurgica per la cura della fibrillazione atriale, la Wolf mini maze, sta avendo un significativo incremento nel trattare la FAP isolata.
I candidati a questa procedura mini invasiva, sono quei soggetti che hanno ricevuto un trattamento farmacologico ma con risultati scarsi o quasi nulli nella cura della FA.
A partire dalla fine degli anni ’90, l’impiego di nuove fonti di energetiche (vedi RADIOFREQUENZA, CRIOTERMIA,LASER,ULTRASUONI,MICRO ONDE) nelle procedure di ablazione, ha portato alla creazione di svariati tipi di cateteri: rigidi, flessibili, unipolari e bipolari. Ognuno di questi cateteri, presenta delle diverse capacità di creare lesioni transmurali con l’isolamento elettrico nella zona ablata.
Il Dottor Haissaguerre, noto aritmologo francese, verso la fine degli anni ’90, dimostrò che le vene polmonari, poste nell’atrio sinistro, erano nel 90% dei casi, la causa scatenante dei trigger e del mantenimento della stessa FA.
L’utilizzo della radiofrequenza e i morsetti bipolari, nella procedura Wolf mini maze, è stato lo strumento maggiormente usato per creare le due isole perimetrali intorno alle vene polmonari. I morsetti bipolari, permettono il passaggio del calore solo nella zona di contatto tra le due mandibole della pinza stessa, senza danneggiare le zone adiacenti per il troppo calore, evitando al tempo stesso, il rischio tromboembolico per il surriscaldamento del sangue.
Questa procedura chirurgica, semplificata, è stata applicata in numerosi centri chirurgici per il trattamento della FA, con vantaggi quali mini accessi invasivi, minimo danno alle zone del cuore, esclusione dell’auricola sinistra, linee trasmurali, minore o quasi nulla esposizione ai raggi X.
Questa procedura ablativa viene eseguita a cuore battente senza circolazione extracorporea.
Toni 2012.
DEFIBRILLATORE DAE
MINISTERO DELLA SALUTE
Ce l’hanno fatta! Finalmente sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale le linee guida del Ministero della Salute per l’applicazione del famoso “Decreto Balduzzi” in materia di defibrillatori e certificati medici sportivi per lo Sport Dilettantistico.
Qui potete scaricare il file .pdf del decreto per poterlo leggere e studiare. Gazzetta Ufficiale n°169 del 20 luglio 2013 “DECRETO 24 aprile 2013. Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defi brillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita. (13A06313)” (https://dl.dropboxusercontent.com/u/46178864/gazzetta%20169%20certificati%20medici.pdf )
Quindi a breve in tutti i luoghi dove c'è attività sportiva anche non agonistica è obbligatorio avere un defibrillatore semiautomatico (spesso abbreviato con DAE, defibrillatore automatico esterno, o AED, automated external defibrillator) è un dispositivo in grado di effettuare la defibrillazione delle pareti muscolari del cuore in maniera sicura, dal momento che è dotato di sensori per riconoscere l'arresto cardiaco dovuto ad aritmie, fibrillazione ventricolare e tachicardia ventricolare.
In più ci vuole un addetto con il patentino per adoperare il DAE , per averlo si fanno già dei corsi , Io l'ho fatto e posso garantirvi che non è complicato .
Io ho utilizzato questo tipo di DAE e come si vede è molto compatto .
+
Saluti GEK
ANATOMIA DEL SISTEMA DI CONDUZIONE
Nonostante che il cuore venga definito nlla sua interezza come un sistema di conduzione, in realtà solo alcune delle sue parti svolgono questa funzione e sono il NODO SENO ATRIALE LE VIE INTERNODALI, IL NODO ATRIO VENTRICOLARE IL FASCIO DI HIS E LE SUE BRANCHE ED INFINE LA RETE DEL PURKNJE
Il NODO DEL SENO o NODO SENO ATRIALE definito anche come PACEMAKER FISIOLOGICOO in età adulta può raggiungere gli 1 e 2 cm di lunghezza per 0,5 cm di larghezza, è situato in atrio destro subito sotto la zona epicardica o subepicardica vicino al solco terminale in una zona compresa tra la vena cava superiore e l'auricola destra.
Il nodo del seno riceve il sangue da un'arteria che prende il suo stesso nome e che origina nel 55% dei casi dall'arteria coronaria destra e per il restante 45% dei casi dall'arteria coronaria sinistra, penetra al centro del nodo per irrorare sangue nella cresta terminale e nella maggior parte dell'atrio destro.
Le VIE INTERNODALI sono fasci di fibre nervose che collegano il NODO SENO ATIALE al NODO ATRIO VENTRICOLARE, vengono differenziate oltre che per il nome anche per la loro posizione in SUPERFICIALE O ANTERORE, INTERMEDIA E INFINE PROFONDA O INFERIORE.
IL FASCIO DI JAMES è il fascio che origina nella parte superficiale del NODO SENO ATRIALE detta TESTA, percorre la parte superiore del SETTO INTERATRIALE ovvero il setto tra i due atri e si attacca alla parte superiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE, da questo punto superiore si origina un altro fascio denominato FASCIO DI BACHMANN che ha il compito di condurre l'impulso elettrico all'atrio SINISTRO.
Il fascio di WENCKEBACH ha origine nella parte INTERMEDIA del NODO SENO ATRIALE conflisce nel lembo della FOSSA OVALE nel setto per congiungersi anch'esso con la parte superiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE.
IL FASCIO DI THOREL infine origina nella porzione inferiore del NODO SENO ATRIALE detta CODA decorre nella zona inferiore del SETTO raggiunge il SENO CORONARICO e si attacca alla parte inferiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE.
Dopo che si sno ricongiunte nel NODO ATRIO VENTRICOLARE i fasci di fibre perdono la loro identità in una zona denominata GIUNZIONE ATRIO VENTRICOLARE DI TAWARA comprendente anche il NODO ATRIO VENTRICOLARE IL FASCIO DI HIS E LE BRANCHE.
Il NODO ATRIO VENTRICOLARE O NODO AV è una struttura a forma di uovo o ovoidale in età adulta raggiunge una dimensione tra i 5 e i 7 mm di lunghezza e tra i 3 e i 5 mm di spessore, è situato tra il seno coronarico e una parte della valvola tricuspide. Questa area è assai importante e viene denominata come TRIANGOLO DI KOCH è delimitata posteriormente dal SENO CORONARICO, inferiormente dalla VALVOLA TRICUSPIDE e in alto dal tendine del TODARO.
Il NODO ATRIO VENTRICOLARE per le sue caratteristiche morfologiche e di conduzione dell'impulso è suddiviso in tre aree ben distinte una zona ATRIO NODALE, una zona di NODO COMPATTO e una zona NODO HISIANA.
Il NODO ATRIO VENTRICOLARE è vascolarizzato prevalentemente da un ramo settale che origina dall'ARTERIA CORONARIA DISCENDENTE ANTERIORE.
Dalla sezione inferiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE origina il FASCIO DI HIS un piccolo fascio di fibre nervose lungo circa 1,5-2 mm il quale successivamente si divide in due BRANCHE DESTRA E SINISTRA. La BRANCA SINISTRA si divide ulteriormente in altri due FASCI uno posteriore e uno anteriore. Il POSTERIORE, decorre lungo la zona POSTERIORE del SETTO INTERVENTRICOLARE mentre quello ANTERIORE percorre la zona SETTALE INTERVENTRICOLARE ma dlla parte ANTERO SUPERIORE per terminare in un muscolo denominato PAPILLARE.
Infine ìvi è la rete del PURKINJE ovvero un agglomerato di cellule fitte che formano una rete molto simili alle caratteristiche delle cellule del miocardio
ANATOMIA DEL SISTEMA DI CONDUZIONE
Nonostante che il cuore venga definito nlla sua interezza come un sistema di conduzione, in realtà solo alcune delle sue parti svolgono questa funzione e sono il NODO SENO ATRIALE LE VIE INTERNODALI, IL NODO ATRIO VENTRICOLARE IL FASCIO DI HIS E LE SUE BRANCHE ED INFINE LA RETE DEL PURKNJE
Il NODO DEL SENO o NODO SENO ATRIALE definito anche come PACEMAKER FISIOLOGICOO in età adulta può raggiungere gli 1 e 2 cm di lunghezza per 0,5 cm di larghezza, è situato in atrio destro subito sotto la zona epicardica o subepicardica vicino al solco terminale in una zona compresa tra la vena cava superiore e l'auricola destra.
Il nodo del seno riceve il sangue da un'arteria che prende il suo stesso nome e che origina nel 55% dei casi dall'arteria coronaria destra e per il restante 45% dei casi dall'arteria coronaria sinistra, penetra al centro del nodo per irrorare sangue nella cresta terminale e nella maggior parte dell'atrio destro.
Le VIE INTERNODALI sono fasci di fibre nervose che collegano il NODO SENO ATIALE al NODO ATRIO VENTRICOLARE, vengono differenziate oltre che per il nome anche per la loro posizione in SUPERFICIALE O ANTERORE, INTERMEDIA E INFINE PROFONDA O INFERIORE.
IL FASCIO DI JAMES è il fascio che origina nella parte superficiale del NODO SENO ATRIALE detta TESTA, percorre la parte superiore del SETTO INTERATRIALE ovvero il setto tra i due atri e si attacca alla parte superiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE, da questo punto superiore si origina un altro fascio denominato FASCIO DI BACHMANN che ha il compito di condurre l'impulso elettrico all'atrio SINISTRO.
Il fascio di WENCKEBACH ha origine nella parte INTERMEDIA del NODO SENO ATRIALE conflisce nel lembo della FOSSA OVALE nel setto per congiungersi anch'esso con la parte superiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE.
IL FASCIO DI THOREL infine origina nella porzione inferiore del NODO SENO ATRIALE detta CODA decorre nella zona inferiore del SETTO raggiunge il SENO CORONARICO e si attacca alla parte inferiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE.
Dopo che si sno ricongiunte nel NODO ATRIO VENTRICOLARE i fasci di fibre perdono la loro identità in una zona denominata GIUNZIONE ATRIO VENTRICOLARE DI TAWARA comprendente anche il NODO ATRIO VENTRICOLARE IL FASCIO DI HIS E LE BRANCHE.
Il NODO ATRIO VENTRICOLARE O NODO AV è una struttura a forma di uovo o ovoidale in età adulta raggiunge una dimensione tra i 5 e i 7 mm di lunghezza e tra i 3 e i 5 mm di spessore, è situato tra il seno coronarico e una parte della valvola tricuspide. Questa area è assai importante e viene denominata come TRIANGOLO DI KOCH è delimitata posteriormente dal SENO CORONARICO, inferiormente dalla VALVOLA TRICUSPIDE e in alto dal tendine del TODARO.
Il NODO ATRIO VENTRICOLARE per le sue caratteristiche morfologiche e di conduzione dell'impulso è suddiviso in tre aree ben distinte una zona ATRIO NODALE, una zona di NODO COMPATTO e una zona NODO HISIANA.
Il NODO ATRIO VENTRICOLARE è vascolarizzato prevalentemente da un ramo settale che origina dall'ARTERIA CORONARIA DISCENDENTE ANTERIORE.
Dalla sezione inferiore del NODO ATRIO VENTRICOLARE origina il FASCIO DI HIS un piccolo fascio di fibre nervose lungo circa 1,5-2 mm il quale successivamente si divide in due BRANCHE DESTRA E SINISTRA. La BRANCA SINISTRA si divide ulteriormente in altri due FASCI uno posteriore e uno anteriore. Il POSTERIORE, decorre lungo la zona POSTERIORE del SETTO INTERVENTRICOLARE mentre quello ANTERIORE percorre la zona SETTALE INTERVENTRICOLARE ma dlla parte ANTERO SUPERIORE per terminare in un muscolo denominato PAPILLARE.
Infine ìvi è la rete del PURKINJE ovvero un agglomerato di cellule fitte che formano una rete molto simili alle caratteristiche delle cellule del miocardio
Extrasistole
Extrasistole: un'aritmia cardiaca
l'extrasistole insieme alla fibrillazione atriale è un tipo di aritmia molto frequente ...Nella maggior parte dei casi è di natura benigna ma puo' essere anche la spia di qualche patologia cardiaca sottostante e ben piu' seria...
Molti descrivono le extra e le pause che le susseguono come il "cuore che si arresta" oppure "sentire le farfalle nel petto"(ma non è amore quelle sn nello stomaco :-P)o "un tuffo al cuore" e accompagnarsi con giramenti di testa sudorazione.
L'extrasistole è una contrazione prematura rispetto al ritmo normale ed è seguita da una pausa...puo' essere atriale o ventricolare dipende dalla zona che si genera ...
Spesso sugli esiti degli holter leggiamo parole che ci spaventano ma proviamo a capirle insieme e ci faranno sicuramente meno paura :-)
Tipi di Extrasistoli :
rare o isolate facile da interpretare
bigemine l'alternarsi di un battito prematuro ed uno regolare
extrasistoli trigemine e quadrigemine se invece la cadenza dell'extrasistola avviene ogni due tre o quattro battiti normali
coppie o triplette se invece accade il contrario due / tre extrasistole intervallate da un battito normale
runs o salve o treni d'onda significa che vi sono state una serie di extrasistoli ventricolari o sopraventricolari consecutive .
Conoscere e sapere cosa ci sta accadendo è meglio che ignorare ...
Maruzzella
Scopriamone di più!
Qualsiasi patologia si abbia dalla più semplice alla più complessa quando si parla di cuore non si può prenderla alla leggera.
Alla prima palpitazione sale la paura,lo sconforto,la preoccupazione che il motore del nostro corpo stia perdendo colpi,che stia dando segnali di fumo...ed è qui che bisogna cercare,nel limite del possibile di restare lucidi e di ripeterci che il nostro corpo ci sta solo avvisando che qualcosa non và...non è detto che ci stia avvertendo di chiamare il becchino :-) ...anzi nella maggior parte dei casi le aritmie sono benigne e alla luce di varie testimonianze le cause sono extracardiache...scommetto che avete già tirato un sospiro di sollievo.
Le spine irritative più comuni,certo in un cuore già suscettibile di suo,sono problemi alla tiroide,reflusso gastroesofageo o comunque problemi del tratto gastro intestinale e problemi alla colecisti.
Ho inoltre letto di persone affette da malattie autoimmuni vedi artrite reumatoide ,lupus,ecc..hanno risentito di problemi di aritmia cardiaca ,ma questo se vorrete potremo approffondirlo insieme e cercare articoli scientifici che supportino l'una o l'altra tesi ...
aspettiamo di leggere le vostre esperienze le vostre storie ,le vostre impressioni,le vostre proposte nel gruppo fb o sul forum ...Se ti imbatti in un articolo interessante o scritto da te segnalacelo che lo pubblicheremo.
Maruzzella
Chiusura percutanea dell' auricola
La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune osservata nella pratica clinica e rappresenta un importante e riconosciuto fattore di rischio di stroke cardioembolico. I pazienti con fibrillazione atriale hanno un rischio 5 volte più alto di stroke: più del 87% degli stroke sono tromboembolici.
Ne consegue che la prevenzione di complicanze tromboemboliche (specialmente lo stroke) è uno degli scopi principali del trattamento della fibrillazione atriale.
Attualmente il trattamento più efficace per la prevenzione dello stroke è la anticoagulazione a lungo termine. Sebbene sia provata la sua efficacia, tale terapia, è associata al rischio di effetti collaterali, il più importante dei quali è sicuramente l’emorragia cerebrale e/o gastrica.
Nei pazienti affetti da fibrillazione atriale, più del 90% dei trombi atriali originano nell’auricola sinistra. Pertanto, l’occlusione dell’auricola sinistra, potrebbe ridurre il rischio di stroke in assenza di terapia anticoagulante nonostante la presenza di fibrillazione atriale intermittente o permanente. Studi preliminari sull’uso di tali dispositivi per il trattamento preventivo delle tromboembolie celebrali in pazienti con fibrillazione atriale hanno riportato risultati molto incoraggianti sia in termini di sicurezza che di efficacia. Attualmente la chiusura percutanea dell’auricola sinistra è indicata in pazienti con fibrillazione atriale permanente, alto rischio di stroke e con controindicazione all’anticoagulante, alto rischio di sanguinamento, difficoltà a mantenere il valore di INR nei limiti terapeutici .
Il dispositivo utilizzato per la chiusura percutanea dell’auricola sinistra si inserisce attraverso una vena della gamba (procedura percutanea), viene portato in atrio sinistro attraverso la creazione di un piccolo buchino (puntura transettale) e quindi si posiziona come un come un ombrellino all’imbocco dell’auricola sinistra occludendola completamente.
Vivere in fibrillazione cronica
Ebbene sì, non spaventatevi , si può vivere in condizioni croniche senza pericoli e disturbi.
Vi porterò ad esempio la mia esperienza personale:
Nel '98 avevo 18 anni e subii un intervento di sostituzione valvolare mitralico , come conseguenza quasi naturale nel '99 incominciò l'incubo della fibrillazione...
Episodi rari, ogni 6 mesi... Questi episodi si intensificarono sono a quando, nel 2012 la mia condizione si stabilizzo` in cronica...
Credetemi sono rinato!!! Sia fisicamente che mentalmente, avete a disposizione ad oggi i nuovi anticoagulanti che vi sottraggono dai controlli, non vi ascoltate più come prima ogni 3 minuti e cosa importante i parametri del mio cuore sono migliorati!!!
C'è stato un contro, trovare la terapia giusta per la mia condizione...
Sono a disposizione nel forum per domande e dubbi su questa problematica.
In fede Giulio Giliberti